La malattia può rivelare la desolazione e i “deserti dell’anima, ma può anche essere occasione di grazia, scriveva Virginia Woolf.

Il mondo ci richiede di essere veloci, efficienti, competitivi e produttivi. Una modernità questa, che taglia fuori tutto ciò che non è monetizzabile.
Nessuno ha più il tempo di soffermarsi a guardare il cielo, il sole, la natura…
Eppure siamo umani!

In un celebre saggio della fine degli anni ’20 dal titolo “Sulla malattia”. Virginia Woolf si chiede e ci chiede se quando siamo malati: la malattia ci accade, ci cade davanti o siamo noi a caderci dentro?
Quando ci ammaliamo sembra che le maglie del mondo improvvisamente non tengano più, quello che eravamo ieri ci sembra di non esserlo più e nello stato alterato della febbre, della tristezza o della paura iniziamo a farci le domande nuove, a ricordare fatti che pensavamo di aver dimenticato, percependo la vita in una maniera alterata, al tempo stesso, distorta rispetto a quando siamo immersi nella routine, ma per qualche ragione più vicina alla Verità.
Scrive a tal proposito Virginia:

“Con la malattia la simulazione cessa. Appena ci comandano il letto, o sprofondati tra i cuscini in poltrona alziamo i piedi neanche un pollice da terra, smettiamo di essere soldati nell’esercito degli eretti; diventiamo disertori. Loro marciano in battaglia. Noi galleggiamo tra i rami nella corrente; volteggiamo alla rinfusa con le foglie morte sul prato, non più responsabili, non più interessati, capaci forse per la prima volta dopo anni di guardarci intorno, o in alto – di guardare, per esempio, il cielo”.

Quella che certamente è una “disgrazia”, la malattia, si rivela anche per certi versi uno stato di grazia, un cambiamento di postura e di prospettiva che modifica la nostra percezione del reale e che ci dà la possibilità di guardare dove non abbiamo guardato e dove gli altri, gli eretti, vigili, indaffarati, ossessionati dal profitto, non hanno occasione di guardare.

Vista così, la febbre può rappresentare un’opportunità per essere più lucidi.

Lascia un commento