La società contemporanea tende a proporre ideali estetici “universali” e troppe donne sono pronte a tutto per aderirvi. Così si rischia di cadere nell’ossessione e di non valorizzare gli aspetti “originali” del nostro corpo, scrive una psicologa americana in un nuovo libro. E se non vi bastano i suoi consigli, guardate certe star…

L’ossessione per la bellezza può arrivare a minacciare l’equilibrio psicofisico delle donne?
Esiste una “malattia della bellezza”? Secondo Renee Engeln, psicologa americana autrice di Beauty Mania-Quando la bellezza diventa ossessione (appena pubblicato in Italia da HarperCollins),
la risposta è sì. «Soffermarsi eccessivamente sul proprio aspetto fisico (il cosiddetto “monitoraggio del corpo”) genera effetti negativi sulle capacità intellettuali e tende a interferire con i processi cognitivi necessari a svolgere compiti difficili che richiedono concentrazione» affermala studiosa.
Sulla stessa linea anche Beatrice Bellini, psicologa e psicoterapeuta, autrice e coautrice di diverse pubblicazioni scientifiche con particolare focus sui disturbi alimentari e la psiconcologia.
«I media ei social comunicano un ideale di bellezza “universale” a cui soprattutto le donne devono adeguarsi» spiega la specialista.
«In un’epoca come la nostra di rapidi cambiamenti e molto attenta all’apparire, si è sempre più condizionati dall’immagine, di conseguenza l’impatto che la bellezza fisica ha sulla nostra vita spinge molte donne a spendere energie e denaro per la ricerca di un aspetto più gradevole».

Essere (e soprattutto sentirsi) belle è impegnativo. E costoso. Ce lo ricorda, dati alla mano, la dottoressa Engeln: «Le donne sostengono l’85 percento delle spese per prodotti di bellezza».
Ma oltre che ai cosmetici, sempre più donne si rivolgono alla chirurgia estetica, per colmare il disagio dovuto a una percezione negativa del proprio corpo. Un fenomeno che cinema e tv non hanno mancato di raccontare nei suoi aspetti più preoccupanti anche attraverso i programmi di reality surgery come Extreme Makeover–Belle per sempre, Doctor 90210 o il recente Incidenti di bellezza, in cui si tenta di porre rimedio a interventi mal eseguiti o a richieste insensate.
«Le forme del corpo sono ormai la conseguenza di un “format” estetico che regolamenta i modelli fisici accettabili e condiziona i nostri comportamenti. Il risultato? La società contemporanea è ossessionata dall’immagine al punto da cancellare la varietà dei corpi, replicando un unico e univoco ideale estetico» continua Engeln.

In qualche caso si va troppo oltre e il normale desiderio di migliorare il proprio aspetto si trasforma in ossessione. E a questo punto possono scattare «patologie legate al corpo come l’anoressia e la bulimia» prosegue Beatrice Bellini, «poiché le psicopatologie sono figlie del tempo in cui si vive: nella società post moderna assistiamo allo sviluppo anche di un altro disturbo, la vigoressia, ovvero l’ossessione per l’incremento delle masse muscolari, dove il fisico scolpito, il muscolo portato all’ipertrofia diventano la spia di una sofferenza emotiva che si cerca di compensare attraverso l’esibizione e l’ostentazione del proprio corpo».
Insomma, esagerare è sempre un rischio. Ma oggi sottrarsi alla beauty-mania è ancora possibile? Di sicuro non è impresa facile. «Bisognerebbe ritrovare la consapevolezza dei propri corpi e soprattutto (ri)trovare un baricentro che ci permetta di costruire un’identità slegata dai modelli imposti dalla massificazione» spiega Bellini.
Tradotto: accettare il proprio corpo imparando a valorizzarne gli aspetti migliori. Invece nella maggior parte dei casi si sceglie la scorciatoia, investendo tempo e denaro per tentare di raggiungere delle “chimere”. «Se ci dedicassimo invece a coltivare il “frutto proibito” della ragione, potremmo utilizzare tempo ed energie mentali per conseguire obiettivi come la parità sul lavoro, stipendi più equi, un’istruzione migliore», suggerisce la psicologa.
Se è vero che la società attuale ci spinge a omologarci, è anche vero che dallo stesso star system arrivano dei modelli positivi: persone che hanno saputo cogliere il lato originale dei propri “difetti” e li hanno sfruttati per rendersi unici.
«Personaggi come Barbra Streisand e Meryl Streep hanno avuto il coraggio di opporsi all’omologazione e le loro “imperfezioni” (un naso “importante”, un viso irregolare) le hanno rese famose», osserva l’esperta. «L’omologazione dei corpi è una grande perdita per l’essere umano perché non ne considera come un valore l’autenticità. Che è imperfetta ma può renderci liberi».

di Laura Zangarini foto di Florian sommet

Scarica il PDF dell’intervista >