La depressione è stata spesso definita “malattia” dai professionisti della salute mentale; alcuni la paragonano all’ipertensione. E’ quindi la depressione una malattia? Nella maggior parte dei casi la risposta è no. E’ la depressione una conseguenza della genetica o una forma di anomalia del cervello? La risposta è sempre no. Ancora, può essere la depressione trasmessa geneticamente? Non è mai stata dimostrata l’esistenza di uno specifico “gene della depressione”, piuttosto si è giunti a comprendere che la famiglia ha una grande responsabilità nel formare il modo in cui si percepiscono le esperienze ai propri figli. L’idea che la depressione sia una malattia è stata venduta al pubblico in concomitanza con lo sviluppo di nuovi e sempre più efficaci farmaci in grado di alleviare i sintomi della depressione, secondo l’ipotesi che la depressione sia esclusivamente un problema di natura biologica. Sarebbe più opportuno, forse – chiamarla “disordine”, perché il modo in cui si concepisce la depressione influenza profondamente le risposte che si possono dare e le possibilità di uscirne. Infatti, chi si considera destinato alla depressione a causa di una predisposizione genetica o di uno squilibrio biochimico, probabilmente concluderà che non ci sia nulla da fare se non sedersi passivamente ad aspettare che le “pillole” facciano effetto, e questa è una delle conseguenze più pericolose del considerarle la depressione come una malattia.

Ciò non toglie che la depressione è, da un po’ di anni, il problema psicologico più diffuso nel mondo occidentale, ed è probabile che i fattori che hanno condotto questo problema a essere così grave e importante siano di natura sociale piuttosto che biologica. Si tratta di un disordine complesso che non presenta una singola causa, un singolo trattamento o un singolo elemento caratterizzante.  La depressione è il frutto di modi di interpretare e reagire alle esperienze: è un insieme di proiezioni riguardo a se stessi, alla vita, all’universo, a tutto. Chi ne soffre è una persona a cui non è stato insegnato come sviluppare specifiche modalità di pensiero, sentimento o comportamento che proteggono delle difficoltà della vita. Quando le persone hanno sviluppato solo modalità inefficaci per affrontare richieste della vita – spesso spietate, si trovano a essere ferite da ciò che non sanno gestire.

La bella notizia è che modalità funzionali si possono imparare in tempi brevi e con successo. L’iter non prevede un’analisi lunga ed estenuante del passato perché esaminare la storia di ognuno può spiegare alcuni aspetti della depressione, ma non cambiarli. E, così come ci sono molte vie che portano alla depressione, molti sono anche i percorsi per uscirne: non esiste una causa singola del disturbo, né un unico tipo di trattamento efficace. Gli studi clinici dimostrano che metodi di psicoterapia attiva che insegnino specifiche competenze (chiarezza di pensiero, comportamenti efficaci, attitudini relazionali…), hanno un’efficacia pari, per certi versi superiore alle terapie farmacologiche, sia per quanto riguarda il miglioramento sintomatico, sia dal punto di vista delle ricadute. Nel trattamento della depressione la psicoterapia è essenziale; del resto nessun psicofarmaco può insegnare a far fronte a situazioni difficili, a risolvere i problemi e a coltivare relazioni sociali, né a costruire una rete di sostegno. Gli antidepressivi possono essere senz’altro preziosi alleati, ma non sono da considerarsi una forma esclusiva di intervento.

Spesso, in terapia incontro clienti che soffrono terribilmente perché non ottengono ciò che desiderano o qualsiasi elemento a loro fondamentale per vivere felicemente. Questi obiettivi possono essere raggiunti insieme e mentre lavoriamo, sfido le loro vecchie prospettive e creiamo delle opportunità nuove perché facciano degli esperimenti con le proprie percezioni e si mettano alla prova nel mettere in pratica nuove abilità acquisite, funzionali al raggiungimento dei propri scopi.

Questo sistema rovescia completamente la concezione di passività a cui spesso è assoggettato il “paziente depresso”. In psicoterapia il cliente diventa una Persona che partecipa attivamente alla psicoterapia sfidando i propri punti di vista e mettendo alla prova le proprie percezioni facendo pratica di nuove abilità per rompere la morsa della depressione.

Ognuno di noi ha la sua montagna da scalare, un passo alla volta si può imparare a percorrere tutte le curve che renderanno possibile raggiungere la cima.