È possibile per un pianista aprire la mano sino ad un’ampiezza di 12 tasti? La risposta è no, a meno che tu sia Sergej Rachmaninov. Anche per questa sua caratteristica unica (era un gigante di 1.96 mt che aveva due rastrelli al posto delle mani), Rachmaninov è indubbiamente da considerarsi uno dei migliori pianisti della storia. In veste di compositore ha architettato componimenti così difficili da essere proibitivi a pianisti con mani regolari poiché li limitavano nell’estensione richiesta. Il musicista di fama mondiale viene considerato come uno dei più grandi artisti russi di sempre, tuttavia l’esecuzione della sua prima Sinfonia, tenutesi a San Pietroburgo nel 1896 fu un vero fiasco – forse anche a causa della pessima direzione d’orchestra da parte di un Maestro che si narra fosse ubriaco mentre dirigeva.

L’insuccesso lo demoralizzò così tanto al punto di abbandonare la composizione per svariati anni poichè si diceva “ bloccato” e sentiva inaridirsi la sua vena creativa. Intanto il tempo passa e Rachmaninov, assai provato da quel primo insuccesso vede comunque crescere la sua notorietà internazionale come esecutore. Fu così che il pianista decide di lavorare duramente per quella che doveva essere la sua seconda grande possibilità di artista che l’avrebbe riabilitato anche come compositore. Ma proprio questo suo imperativo, accompagnato da ansia da prestazione, fece sì che Rachmaninov cadde in preda di un grave stato di apatia.

Teniamo presente che siamo a fine ‘800, la psicoterapia non è come la conosciamo oggi: Freud aveva appena cominciato “L’interpretazione dei sogni” e la stragrande maggioranza degli ipnotisti erano impostori. Poi un giorno si ritrova quasi per caso a suonare a casa di amici dove c’era anche Lev Tolsoj che gli propose una terapia basata sull’ipnosi presso il dottor Nikolaj Dahl: un medico e psicologo russo noto soprattutto come esperto ipnotista. Dahl era anche un violoncellista esperto non professionista e questo lo vantaggiò molto nel progettare un trattamento ipnotico ad hoc. Il percorso durò 4 mesi: da gennaio all’aprile del 1900 – strutturato in incontri pressoché quotidiani fino a quando Rachmaninov ritrova la verve compositiva e la fiducia persa. Dal quel momento nuove idee musicali – che avevano qualcosa di miracoloso cominciarono a muoversi dentro di lui. Ritrovata la fiducia in se stesso Rachmaninov compone il concerto per pianoforte e orchestra numero 2 che viene eseguito per la prima volta il 15 settembre del 1900 a Mosca. Il successo fu straordinario e come segno di gratitudine il musicista dedicò la composizione proprio al suo ipnotista.

L’ipnosi può sicuramente aiutare la creatività, e l’esempio di Rachmaninov rappresenta un caso storico notevole di impiego della suggestione ipnotica come supporto per fini creativi che si è dipanato tra il 1899 e il 1900. L’ipnosi può aiutare a migliorarsi, a superare dei momenti di stallo ma soprattutto come prima cosa ad attingere alle nostre più profonde risorse interiori. ….Ma badate bene, che non pensiate che l’ipnosi vi faccia suonare come Rachmaninov!

Qui sotto il Piano concerto no.2, un capolavoro senza tempo. Ascoltare per credere.