La differenza tra Don Chisciotte e i rivoluzionari è essenziale: il primo carica sulle proprie spalle il costo proibitivo dei suoi sogni solitari, i secondi invece li riversano sugli altri, anzi pretendono che gli altri facciano i loro stessi sogni e li vadano ad abitare. E quando il sogno si oppone alla realtà, tanto peggio per la realtà. In questa differenza c’è tutta l’abissale distanza tra la magnifica, solitaria e disperata grandezza dei cavalieri che vivono e muoiono del loro ideale nel loro romantico delirio e la feroce, messianica ideologia dei rivoluzionari che impongono al mondo la pretesa di uno schieramento alla propria causa.
Certo, anche fra gli utopisti rivoluzionari vi furono nobili sognatori, martiri dei loro ideali; ma quando i rivoluzionari puri vanno al potere sono più crudeli e intransigenti dei rivoluzionari impuri, suscettibili alla
corruzione e al compromesso con la realtà. Perché ogni assoluto trasferito in terra produce mostri, tiranni, violenze, regimi totalitari. Invece i sogni rimasti nella sfera ideale e singolare si traducono in creatività, opere d’arte, figure letterarie. Uno rappresenta il sentimento tragico della vita, gli altri il risentimento tragico della storia. Un plotone di Don Chisciotte farebbe paura; invece un Cavaliere solitario e anacronistico, fuor di senno e di tempo, accompagnato solo dal suo fido scudiero e da un grappolo di sogni e allucinazioni, suscita un nugolo di sentimenti: riso, tenerezza, pietà, compassione. La solitudine è la sua follia ma è anche la nostra salvezza. Il suo irrealismo cavalleresco lo destina alla sconfitta storica e alla gloria letteraria.
E’ a loro che dedico la mia vita professionale. A tutti i Sisifo e i Don Chisciotte che ho poche occasioni di incontrare in questa modenità priva di nobili slanci ma molte nel mio lavoro come clinica. La verità per loro si dissocia dalla realtà e vince sulla menzogna tramite una follia gentile. La follia qui è salvifica per coloro che rivendicano la verità dei propri sogni che infrangono la realtà resa cupa da un tragico destino assegnato.