«Tutto ha senso, anche questo sassetto. E se sapessi quale, sarei il Padre Eterno. Ma se questo sassetto è inutile, allora tutto è inutile… Anche le stelle». Così dice il Matto a Gelsomina in una scena della Strada di Fellini, in cui la donna si lamenta del fatto che la sua vita non serve a nulla. Il Matto, gentile acrobata ambulante, ha la capacità di trovare “il sublime nel quotidiano, per questo non perde mai il buon umore e le dà speranza. Un’arte che richiede non poco impegno: molto più comodo il lamento (di cui gli Italiani sono campioni). La pigrizia usa spesso la maschera del pessimismo e consente di rimanere inerti di fronte al male e alle difficoltà di tutti i giorni. Rivoluzionario è invece fronteggiare “il brutto” e rimanere di buon umore, perché solo così possiamo combatterlo e scorgere, anche se con impegno e pazienza maggiori, il vero brillare delle cose e delle persone. Certo è difficile scovare la bellezza sottile, offuscata dalla fatica dei giorni, ma se non impariamo a trovarla, aspettare che essa si autoriveli, è come condannarsi alla bruttezza eterna.
In un’epoca in cui tutto sembra precario, poco chiaro e di un difficile estenuante, l’educazione alla bellezza è essenziale perché salvifica; lo diceva anche il Todorov: “La bellezza salverà il mondo”.

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